bon, e siamo nel Lazio! 🙂
R come Roma, la città eterna, la culla della civilizzazione..
sapete che la nomino anzi nomino i Romani praticamente ad ogni tour che faccio?
Eh sì, qui sul lago più bello d’Italia ci sono stati e hanno lasciato delle meraviglie in eredità.
Ci hanno (sicuramente) portato i primi olivi, anzi nella piccola magica valletta di Santa Lucia trovate il più antico insediamento di olivi del lago.
Perché non si è sicuri? Perché non si ha trovato macini romani, ma probabilmente sono stati riutilizzati per altri scopi.
Amo gli olivi, ne abbiamo 13 nel giardino. Poco curati, ma sempre meravigliosi erano qui prima di noi e resteranno anche dopo di noi..
CI hanno lasciato resti di magnifiche ville, come Le Grotte di Catullo a Sirmione forse la più famosa, ma anche a Desenzano, a Toscolano Maderno e l’ultima quella dietro la piccola chiesetta di San Zeno d’Oselét a Castelletto.
Da casa vediamo Sirmione,
ma più che la villa di Catullo vediamo il Castello,
Ma ci sono resti Romani ovunque qui.
E’ bellissimo far parte (un pochino) della storia, camminando sulle stesse strade, stessi sentieri dei Romani prima di noi.
Si beh, prima (e dopo) di loro I celti, i longbardi, i franchi, gli ungari, i veneziani, gli scaligeri…
ho dimenticato qualcuno? 🙂
Così per all’Abbecedario Culinario della Trattoria Muvara
Spaghetti all’amatriciana
Così ho fatto felici Flo e Niki e ho provato preparare la pasta all’amatriciana.
Naturalmente mi sono ispirata alla ricetta del amico Jajo!!
500 gr. di Pasta, Spaghetti o Bucatini (al massimo Mezze Maniche)
100 gr. di Guanciale di maiale, abbastanza grasso e tagliato spesso
500 gr. di Pomodori San Marzano maturi oppure pelati in scatola
100 gr. di Pecorino (volendo si può mischiare a Parmigiano)
Un paio di cucchiai di olio d’oliva extravergine
1/2 bicchiere di Vino bianco secco (opzionale)
Peperoncino (non troppo abbondante: appena ‘NA ‘NTICCHIA).
Un pizzico di Sale
Sbollentare per pochi secondi i pomodori in acqua in ebollizione quindi passarli sotto l’acqua fredda e pelarli, quindi tagliarli a filettini. Se si utilizzano i pelati, sminuzzarli prima con le mani sfilacciandoli oppure schiacciarli nel tegame con una forchetta. Tagliare il guanciale a fiammefero (ma non troppo sottile, meglio a listarelle di circa mezzo centimetro di larghezza) e metterlo in una padella preferibilmente di ferro con l’olio e far rosolare a fuoco vivace per qualche minuto fino a quando il guanciale avrà preso colore. A cottura quasi ultimata aggiungere poco peperoncino, bagnare con il vino (per chi vule usarlo: non utilizzandoli il guanciale rimarrà più croccante) e, non appena è il vino sfumato, togliere dalla padella i pezzetti di guanciale, tenendoli da parte, possibilmente in caldo in una coppetta coperta con carta stagnola. Mettere nel fondo di cottura rimasto i pomodori, un pizzico di sale e farli cuocere a fuoco vivace per qualche minuto. Rimettere in padella il guanciale, mescolando per circa un minuto. Nel frattempo scolare la pasta al dente e versarla in un recipiente, possibilmente preriscaldato. Unire tutti gli ingredienti aggiungendo il pecorino (magari mischiandovi un po’ di parmigiano, per ottenere un gusto meno forte).
Oggi c’era una magnifica giornata, con una vista bellissima!
Questa ricetta va a Elenora & Fronza di Garbugli0
Ahhhh si i Romani ci hanno lasciato testimonianze fantastiche, quando vado in città non riesco a non passare a sbirciare il Capitolium 😀
Amatriciana stratosferica, io faccio una ricetta di Aldo Fabrizi, mi piace troppo…mi hai fatto venire fame ancora!!!!
baciusss
🙂
Mi sa che è la stessa che cita Jajo nel suo post.
Un mito Aldo Fabrizi.
baciusss
sai che è la mia pasta preferita in assoluto?! baciotti tesoro!
Davvero?
Che bello!!
un fortissimo abbraccio cara
baciussss
marò che bbuoniii!!
eh eh
buonissimiiiii!
baciusss